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26/07/2022
Con questo termine si intende comunemente la "pubblicità basta sulle parole chiave".
E' un tipo di pubblicità che nasce di pari passo allo sviluppo dei motori di ricerca.
Il funzionamento è molto semplice. L'utente che cerca un prodotto o un servizio usa spesso un motore di ricerca. Il motore di ricerca offre una serie di risultati detti "organici" o "naturali".
Sono i risultati che per il motore di ricerca appaiono coerenti con le key words indicate dall'utente.
Oltre ai risultati "organici" vengono pubblicati annunci di inserzionisti a pagamento.
In questo caso, l'inserizionista può decidere le parole con cui far apparire il proprio annuncio sul motore di ricerca.
Ovviamente, tra gli inserzionisti possono figurare concorrenti intenzionati a inserire il tuo brand come parola chiave nel servizio Google Ads.
La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha già affrontato casi di concorrenti che hanno usato come parole chiave il brand di un concorrente.
Infatti, nella c.d. sentenza Interflora (causa C-323/09), la Corte ha dichiarato che utilizzare il segno distintivo di un concorrente quale parola chiave in un motore di ricerca è da ritenersi di per sé lecito. Questa attività è infatti segno di una sana concorrenza.
La sentenza Interflora ha anche chiarito che il titolare di un marchio ha il diritto di vietare ad un concorrente l'uso del marchio quale parola chiave se:
“l’annuncio non consente o consente soltanto difficilmente all’utente di Internet normalmente informato e ragionevolmente attento di sapere se i prodotti o i servizi a cui l’annuncio si riferisce provengano dal titolare del marchio o da un’impresa economicamente collegata a quest’ultimo oppure, al contrario, da un terzo“.
Quindi, per la Corte di Giustizia è molto importante verificare se il marchio è stato registrato e se vi è rischio di confusione dal punto di vista dell'utente medio.
Il caso presentato al Tribunale di Milano ha visto una società attiva nei settori della progettazione, produzione e commercializzazione di arredamento e complementi per uso residenziale e pubblico chiedere di bloccare ad un'altra società la vendita di arredamenti mediante l’uso non autorizzato del proprio marchio.
In particolare, la ditta concorrente utilizzava il nome della prima società proprio nell'ambito del servizio di keyword advertising offerto da Google.
Pertanto, prendendo ad insegnamento i principi della decisione Interflora, il Tribunale ha ritenuto che vi fosse un illecito sfruttamento delle rinomanza e la notorietà del marchio, con l’intento di suggerire l’esistenza di una qualche relazione commerciale con la ricorrente.
La società che ha usato illecitamente il marchio registrato è stata condanna ad interrompere questa attività.
Le sopra citate sentenze (Tribunale di Roma e Tribunale di Milano), sono state confermate anche da ulteriori sentenze di altri tribunali.
Citiamo solo a titolo di esempio Tribunale di Bologna del 18 novembre 2020; Tribunale di Napoli del 16 febbraio 2021 e Tribunale di Torino del 9 marzo 2022.
Alcuni di questi casi sono stati gestiti direttamente dai legali di LegalBlink.
I nostri avvocati sono riusciti infatti a far rimuovere l'uso del nome aziendale da parte del concorrente del nostro cliente, proteggendo quindi il suo business online.
I termini d'uso del servizio di Google Ads dicono cose diverse rispetto a quanto scritto sopra.
In sostanza, per Google è lecito utilizzare il nome del competitor all'interno del proprio servizio Google Ads.
Ciò è sufficiente per rendere lecito l'uso del brand concorrente come parola chiave?
Niente affatto.
Quanto scritto da Google riguarda i rapporto tra la Big G. e l'inserzionista che utilizza Google Ads, ma non può certo andare contro la legge e le sentenze che hanno deciso che usare il brand di un concorrente all'interno di Google Ads è illecito.
Pertanto, usare il brand altrui nella campagne Google Ads rimane un illecito.
Accertato che non è possibile usare il nome di un competitor per farsi pubblicità a pagamento sui motori di ricerca, vediamo alcune possibili soluzioni.
Contatta il tuo legale di fiducia per far inviare una diffida al concorrente che usa il tuo nome su Google Ads.
La diffida dovrà contenere l'invito a rimuovere il nome dal servizio e la richiesta del risarcimento di eventuali danni subìti dal comportamento illecito del concorrente.
Si consiglia di inviare la diffida sempre a mezzo PEC.
Sempre usando i servizi Google, è consigliabile attivare una campagna di protezione del brand.
In questo caso, oltre alla protezione del brand si possono ottenere benefici quali:
Team LegalBlink