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29/11/2024
In questa guida rispondiamo a una domanda molto frequente in ambito digitale: chi paga le spese di restituzione quando un cliente esercita il diritto di recesso?
Se gestisci un ecommerce, probabilmente ti sei già posto questa domanda. Il tema non è solo una questione legale, ma anche un elemento chiave per la tua strategia commerciale: da un lato, ci sono le norme che regolano il diritto di recesso; dall’altro, ci sono le aspettative dei clienti, sempre più attenti alla semplicità e ai costi del processo di restituzione.
In questo articolo ti spiegheremo, passo dopo passo, cosa dice la legge sul recesso per gli acquisti online, quali sono i tuoi obblighi come venditore e chi, per legge, deve sostenere le spese di restituzione. Inoltre, esploreremo alcune soluzioni pratiche che puoi adottare per gestire i resi in modo efficace, senza compromettere i tuoi margini di guadagno e migliorando l’esperienza del cliente.
SOMMARIO
Cos'è il diritto di recesso
Cosa deve fare il consumatore
Doveri dell'ecommerce
Chi paga le spese di restituzione in caso di recesso
Sanzioni
Conclusioni
Prima di sapere chi paga le spese in caso di reso è necessario sapere prima cosa si intenda per "recesso".
Il diritto di recesso è disciplinato dagli articoli 52-58 del Codice del Consumo e garantisce al consumatore la possibilità di recedere da un contratto concluso a distanza o fuori dai locali commerciali. Questo diritto si applica esclusivamente:
agli acquisti effettuati da consumatori (persone fisiche che agiscono per scopi estranei alla propria attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale);
agli acquisti effettuati online, tramite ecommerce, telefono o altre modalità a distanza.
Non si applica invece agli acquisti tra imprese (rapporti B2B) o per prodotti esclusi dal diritto di recesso, come beni personalizzati o deperibili (art. 59 del Codice del Consumo).
Esempio concreto:
Se un consumatore acquista una maglietta sul tuo ecommerce, ha il diritto di restituirla entro 14 giorni. Tuttavia, se acquista una maglietta personalizzata con il suo nome, non ha diritto al recesso (art. 59, comma 1, lett. c).
Per esercitare il diritto di recesso il consumatore deve:
Comunicare la decisione di recedere, inviando una dichiarazione esplicita (ad esempio, tramite email o modulo sul sito). Può utilizzare il modulo standard previsto dall’allegato I, parte B, del Codice del Consumo, ma non è obbligatorio.
Restituire il prodotto entro 14 giorni dalla comunicazione del recesso, nelle condizioni originali (può provarlo, ma non usarlo oltre il necessario per verificarne la natura, le caratteristiche e il funzionamento – art. 57, comma 2).
Se il cliente esercita il diritto di recesso, tu sei obbligato a:
Rimborsare il prezzo del prodotto e, se previsto, le spese di spedizione iniziali standard (art. 56, comma 1). Il rimborso deve avvenire entro 14 giorni dalla ricezione del reso o della prova di spedizione, utilizzando lo stesso mezzo di pagamento scelto dal cliente, salvo accordi diversi.
Informare chiaramente chi paga le spese di restituzione. Se non lo specifichi nei termini e condizioni, per legge queste saranno a tuo carico (art. 57, comma 1).
Esempio concreto:
Hai un ecommerce di scarpe. Se il cliente decide di recedere, devi rimborsare l’importo delle scarpe e, se aveva scelto la spedizione standard, anche le spese di spedizione. Ma se non hai indicato nei termini e condizioni che le spese di restituzione sono a carico del cliente, dovrai pagare anche quelle.
Adesso arriviamo al cuore di questa guida. Vediamo infatti di capire bene chi deve pagare le spese di restituzione del prodotto quando il consumatore recede dal contratto.
Vedremo infatti cosa dice la legge e quali diversi opzioni hai per gestire questo tema.
Qui entra in gioco la tua strategia. La legge ti permette di scegliere, ma richiede che tu sia trasparente e preciso:
Spese di restituzione a carico del cliente
La regola generale è che le spese di restituzione sono a carico del cliente se lo hai specificato nei tuoi termini e condizioni (art. 57, comma 1). Devi essere chiaro: ad esempio, puoi scrivere "Le spese per la restituzione sono a carico del cliente."
Esempio concreto:
Maria acquista un libro dal tuo ecommerce e decide di restituirlo. Se nei tuoi termini è indicato che le spese di reso sono a carico del cliente, Maria dovrà pagare il corriere per restituirlo.
Spese di restituzione a carico dell’ecommerce
Puoi scegliere di coprire tu le spese di restituzione, ad esempio offrendo un’etichetta prepagata. È una scelta facoltativa, ma utile per fidelizzare i clienti.
Esempio concreto:
Offri un servizio di reso gratuito tramite una convenzione con un corriere. Mario acquista una giacca e la restituisce usando la tua etichetta prepagata: il costo della restituzione sarà a tuo carico.
Reso gratuito sopra una soglia di spesa
Un’altra opzione è offrire resi gratuiti per ordini superiori a un determinato importo. Questa soluzione incentiva i clienti a fare acquisti più consistenti.
Esempio concreto:
"Reso gratuito per ordini sopra i 50 euro!" Se un cliente spende meno, dovrà pagare il reso. Se spende di più, il reso sarà a carico tuo.
Collaborazione con piattaforme di gestione resi
Puoi utilizzare servizi come ReBound o EasyReturn, che gestiscono i resi per conto tuo. Offrono etichette prepagate a prezzi competitivi e un processo semplice per il cliente.