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08/09/2022
Questo reclamo coinvolge i siti di commercio elettronico che vendono all'estero.
Dal punto di vista legale, il tema è connesso alla normativa sul c.d. "geoblocking" (vedi la guida che abbiamo preparato per Shopify sul geoblocking).
In questa sede non ripercorriamo tutta la normativa e ci limitiamo a richiamare gli elementi connessi ai reclami da parte degli utenti.
In questo contesto infatti il cliente straniero (per esempio, francese) potrebbe reclamare il fatto che le spese di spedizione dei prodotti nella versione italiana del sito sono maggiori rispetto ai clienti italiani.
In sostanza, lamenta un trattamento discriminatorio legato alle spese di spedizione.
Questo reclamo è facilmente contestabile.
Infatti, la normativa sul geoblocking (introdotta con il Regolamento europeo 302/2018) vieta trattamenti discriminatori, ma non legati alle spese di spedizione.
Ad esempio, il Regolamento sul geoblocking vieta ai siti ecommerce di re-indirizzare l'utente verso la versione del Paese di origine dell'utente stesso senza un suo specifico consenso.
Oppure, la normativa sul geoblocking vieta di praticare prezzi diversi per lo stesso prodotto solo a seguito del Paese di navigazione dell'utente.
La normativa però non si applica alle spese di spedizione.
Ciò dipende dal fatto che non vi è alcun tipo di trattamento discriminatorio nell'applicare spese di spedizione in rapporto alla distanza del cliente.
Altro reclamo abbastanza frequente è quando il cliente lamenta il fatto che il sito ecommerce non consegna nel proprio Paese di riferimento.
Esempio: un cliente danese acquista sulla versione italiana del sito e reclama che non può farsi spedire il prodotto in Danimarca.
Anche questo reclamo è facilmente gestibile.
Infatti, il Regolamento sul geoblocking non impone al sito di commercio elettronico di spedire in tutti in Paesi d'Europa.
L'impresa è sempre libera di decidere dove spedire e la scelta di limitare la spedizione a determinati Paesi non ha niente di disciminatorio.
Anche questo reclamo è piuttosto frequente.
Riguarda il caso del cliente che lamenta il fatto di aver ricevuto un prodotto che non funziona, richiedendo la restituzione dell'importo pagato.
Il tema di riferimento è connesso alla applicazione della garanzia legale.
In tal senso, ricordiamo che per la vendita a consumatori è in vigore dal primo gennaio 2022 una riforma importante (leggi la riforma per scoprire le novità sulla garanzia legale).
Tra l'altro, LegalBlink è l'unico generatore di documenti legali che ha recepito questa importante novità legale (leggi le differenze tra LegalBlink e Iubenda oppure scopri perchè LegalBlink è una alternativa a Cookiebot).
La prima cosa da fare in questi casi è verificare se il consumatore ha rispettato i termini per esercitare il diritto alla garanzia del prodotto.
Infatti, se il cliente non ha rispettato i termini, anche se il prodotto fosse difettoso, l'ecommerce ha basi giuridiche per respingere il reclamo.
Pertanto, è utile sapere che il consumatore può esercitare il diritto alla garanzia entro 2 anni dalla consegna del prodotto.
Se questo termine è spirato il reclamo può essere respinto.
Altra attività da compiere è quella di verificare se nella corrispondenza intercorsa con il cliente vi siano affermazioni che dimostrino un uso improprio del prodotto.
Ad esempio, il cliente ha comprato una bicicletta da città e lamenta il fatto che il bene si è rotto mentre la usa in montagna.
E' evidente che in questi casi la garanzia legale non può essere applicata in quanto il consumatore ha il dovere di usare il bene in conformità alla sua destinazione d'uso.
Se questi rimedi non posso essere applicati è opportuno ritirare il prima possibile il prodotto e inviarlo al produttore o fornitore del bene.
Ciò è utile per verificare se il consumatore ha usato bene il prodotto o se esso sia effettivamente non funzionante.
Ovviamente, se il prodotto risulta non funzionante non rimane che rimborsare il cliente oppure provvedere alla sua sostituzione, in base a quanto ha chiesto il cliente stesso.
Il tema caldo del 2022 è legato alle gestione dei cookie. In tal senso leggi il nostro approfondimento sullo stop all'uso di Google imposto dal Garante Privacy.
In ambito privacy è però molto più probabile ricevere un reclamo legato alla gestione dei dati personali specificatamente conferiti dall'utente, sopratutto in ambito marketing.
Ciò in quanto questa violazione della privacy impatta notevolmente sulla vita quotidiana dell'utente (a chi piace ricevere spam? Probabilmente a nessuno).
Il contesto che stiamo descrivendo è pertanto quello in cui l'utente reclama di non aver mai conferito il consenso all'invio di comunicazioni di marketing (lo spam, appunto).
La prima accortezza per evitare questa tipologia di reclami è quella di redigere una corretta:
Inoltre, è necessario avere un sistema di raccolta e dimostrazione del consenso.
In questo ambito non è necessario utilizzare complicati (e molto spesso costosi) servizi. Infatti, molto spesso è la stessa piattaforma CRM di invio delle email che conserva la prova del consenso dell'utente che ha deciso di iscriversi alla newsletter. A volte questo servizio è incluso nella stessa piattaforma CMS utilizzata per creare il sito web.
Pertanto, non è necessario acquistare servizio di "consent solution", che ti fatto non fanno altro che aumentare i costi di gestione del sito.
Quanto descritto sopra rappresentano le accortezze minime per evitare un reclamo in tema privacy.
Se però l'utente lamenta il fatto di non essersi mai iscritto alla newsletter c'è poco margine per controbattere al reclamo.
Dopo una verifica sulla veridicità di quanto affermato dall'utente, l'unica cosa da fare è quella di cancellare l'email dal database.
ATTENZIONE: non è richiesto di cancellare tutti i dati personali eventualmente in possesso dell'utente. Ad esempio, se l'utente aveva in precedenza acquistato dei prodotti, non dovete cancellare le fatture o l'ordine di acquisto.
Infatti, l'utente ha semplicemente chiesto di cancellare la propria email dalla newsletter. Ciò ovviamente non impedisce la conservazione dei dati personali necessari a dimostrare, per esempio, l'adempimento della normativa fiscale o l'esecuzione del contratto.
Hai ricevuto un reclamo e non sai come gestirlo? I nostri legali possono essere di supporto!
Il Team di consulenti di LegalBlink, infatti, vanta una decennale esperienza in diritto dell'e-commerce e della privacy e può assistere la tua impresa nella gestione del reclamo.
In questo modo eviti una causa legale o una sanzione delle Autorità.
Puoi contattarci inviando una email a legalblink@legalblink oppure utilizzando il modulo di contattato che trovi in home page.
Team LegalBlink