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15/08/2024
Nell’ambito della Privacy Sandbox, Google ha recentemente annunciato un cambiamento significativo nella gestione dei cookie di terza parte all'interno del browser Chrome.
Invece di procedere con la dismissione definitiva di questi cookie, come inizialmente previsto, l'azienda introdurrà un nuovo sistema che consentirà agli utenti di scegliere in modo consapevole se mantenere o meno i cookie di terza parte durante la navigazione. Questa decisione riflette un'evoluzione della strategia di Google, che punta a migliorare la privacy online mantenendo al contempo un ecosistema pubblicitario sostenibile.
Vediamo di cosa si tratta e le possibili implicazioni per siti web e agenzie pubblicitarie.
SOMMARIO
Il contesto: la Privacy Sandbox e il feedback degli stakeholder
Un nuovo approccio per la gestione dei cookie
Implicazioni per il settore e sfide aperte
Cosa aspettarsi nel futuro
Obbligo di avere il banner cookie se si rilasciano cookie di profilazione
Conclusioni
La Privacy Sandbox è stata sviluppata con l’obiettivo di trovare soluzioni innovative che migliorino significativamente la privacy online, senza però compromettere l’esistenza di un internet sostenuto dalla pubblicità.
Google ha lavorato a stretto contatto con una vasta gamma di stakeholder – inclusi regolatori come il CMA del Regno Unito, editori, sviluppatori web e gruppi industriali – per costruire soluzioni che sostengano un mercato competitivo e fiorente, promuovendo al contempo l'adozione di tecnologie che migliorano la privacy.
I test preliminari condotti da aziende tecnologiche, incluso Google stesso, hanno mostrato che le API della Privacy Sandbox possono raggiungere questi obiettivi. Tuttavia, Google riconosce che la transizione richiede un lavoro significativo da parte di tutti i partecipanti e avrà un impatto su editori, inserzionisti e sull’intero settore della pubblicità online.
In risposta alle sfide e ai feedback ricevuti, Google ha deciso di adottare un approccio che enfatizza la scelta dell’utente. Invece di deprecare i cookie di terza parte, verrà introdotta una nuova esperienza in Chrome che permetterà agli utenti di prendere una decisione informata sull'uso dei cookie, applicabile a tutte le sessioni di navigazione e modificabile in qualsiasi momento.
Questa mossa è attualmente in discussione con le competenti Autorità Privacy.
Questo cambiamento ha suscitato un ampio dibattito tra i professionisti del marketing, richiamando alla mente il framework di Apple per la Trasparenza del Tracciamento delle App (ATT). Entrambe le iniziative sono state progettate con un focus sulla privacy degli utenti, ma sono state criticate per aver consolidato il controllo dei dati nelle mani delle rispettive grandi aziende tecnologiche, con potenziali impatti negativi sull'ecosistema pubblicitario più ampio.
Alcuni critici sostengono che la decisione di Google di gestire i cookie a livello di browser sia una mossa strategica per mantenere la sua posizione dominante nello spazio della pubblicità digitale. Mantenendo un controllo privilegiato sui dati di Chrome, Google potrebbe preservare il proprio vantaggio competitivo pur promuovendo la privacy degli utenti. Tuttavia, questo approccio è stato percepito da molti come un possibile "disastro annunciato", soprattutto nel contesto del GDPR europeo, che pone l’accento su standard rigorosi per il consenso degli utenti e la protezione dei dati.
Restano ancora molte questioni aperte che i professionisti del marketing e gli stakeholder dell’industria stanno osservando con attenzione.
Una delle principali preoccupazioni riguarda l’assenza di un metodo standardizzato per determinare quali cookie di terza parte consentire o bloccare. Senza un chiaro standard di settore per questa categorizzazione, questa mossa rischia di diventare un’altra forma di blocco della pubblicità piuttosto che una soluzione comprensiva per la privacy.
Inoltre, il meccanismo di Google per determinare le finalità dei cookie di prima parte utilizzati dai siti web rimane poco chiaro. I siti web, in quanto titolari del trattamento dei dati, sono in definitiva responsabili della decisione, della spiegazione e della gestione dell'uso di questi cookie, il che aggiunge un ulteriore livello di complessità a questa sfida di standardizzazione. Se i cookie di prima parte non dovessero rientrare nel campo di applicazione, una parte considerevole dell'attività di tracciamento degli utenti potrebbe restare fuori dai nuovi meccanismi di scelta degli utenti di Google.
Un'altra sfida significativa riguarda la distribuzione dello stato di consenso dell'utente lungo la catena di fornitori che richiedono il consenso, simile a quanto avviene con il framework TCF di IAB (di cui LegalBlink è associato).
In pratica, come si può essere certi che le scelte degli utenti siano rispettate da tutti gli attori coinvolti?
Resta da vedere se Google garantirà un processo senza interruzioni e conforme alle normative privacy. Inoltre, la misura in cui Google supporterà i siti web nel garantire la conformità normativa, come la conservazione delle prove del consenso e la gestione dei dati relativi al consenso degli utenti, sarà un fattore determinante per il futuro del settore.
È importante ricordare che, nonostante le nuove possibilità offerte da Google con il suo prompt per la scelta degli utenti sui cookie di terza parte, l’uso di un banner cookie rimane obbligatorio per tutti i siti web che rilasciano cookie di profilazione.
I siti web, in quanto titolari del trattamento dei dati, sono direttamente responsabili della gestione dei cookie e devono garantire che il rilascio o il blocco dei cookie di profilazione avvenga in conformità con le scelte espresse dagli utenti. Inoltre, è fondamentale che i siti siano in grado di fornire prova del consenso o del diniego dell’utente, un aspetto cruciale per la conformità alle normative sulla protezione dei dati.
In questo contesto, LegalBlinkoffre un supporto prezioso grazie alle sue funzionalità avanzate, che includono un banner cookie conforme alle normative e un registro consensi che permette di tracciare e gestire in modo efficace le preferenze degli utenti. Questi strumenti aiutano i titolari del trattamento a rispettare gli obblighi legali e a gestire in modo trasparente e sicuro le informazioni dei propri utenti.
La decisione di Google di introdurre un prompt per la scelta degli utenti sui cookie di terza parte rappresenta una svolta significativa nella gestione della privacy online. Mentre Google continua a sviluppare e perfezionare le API della Privacy Sandbox, sarà cruciale monitorare come queste soluzioni si integreranno con le normative esistenti e come influenzeranno il panorama del marketing digitale. La strada verso un web più privato è ancora in evoluzione, e il ruolo che Google giocherà in questo percorso sarà determinante per il futuro dell’ecosistema online.
Team LegalBlink