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Chatbot e Intelligenza Artificiale: alcune considerazioni legali

01/07/2024

Chatbot e Intelligenza Artificiale: alcune considerazioni legali



L'Artificial Intelligence Act (AI ACT) dell'Unione Europea rappresenta un punto di svolta nella regolamentazione dell'intelligenza artificiale, cercando di bilanciare l'innovazione tecnologica con la necessità di proteggere i diritti dei cittadini.

Questo quadro normativo stabilisce standard rigorosi per l'uso dell'AI, suddividendo le applicazioni in diverse categorie di rischio e imponendo requisiti specifici per garantire trasparenza, sicurezza e affidabilità.

L'introduzione dell'AI ACT è una risposta diretta all'impatto crescente dell'intelligenza artificiale in vari settori, inclusi i chatbot, che hanno trasformato radicalmente il modo in cui interagiamo con la tecnologia.

Negli ultimi anni, i chatbot alimentati da intelligenza artificiale sono diventati strumenti indispensabili per aziende e consumatori. Hanno semplificato l'assistenza clienti, migliorato l'efficienza operativa e reso l'accesso alle informazioni più immediato e personalizzato. Tuttavia, con questa diffusione capillare, sono emerse anche preoccupazioni riguardo alla privacy, alla sicurezza dei dati e all'accuratezza delle informazioni fornite. L'AI ACT mira a mitigare questi rischi, promuovendo un uso responsabile e consapevole dell'AI. In questo contesto, è essenziale che utenti e sviluppatori comprendano appieno le normative e adottino pratiche conformi per sfruttare al meglio i chatbot, mantenendo al contempo la fiducia e la sicurezza degli utenti.


In questa guida vediamo alcune considerazioni legali utili per decidere se e come utilizzare un chatbot alimentato da Intelligenza Artificiale.

Leggi la guida su come adeguare l'azienda all'AI ACT.



SOMMARIO


Cos'è un chatbot
La protezione legale del materiale caricato
Dove risiede il rischio legale nell'uso dei chatbot AI
Chatbot e gestione della privacy
Come contenere i rischi legali
Il rapporto con la software house incaricata di creare il chatbot

Conclusioni


 

Cos'è un chatbot



Prima di vedere i principali accorgimenti legali nell'uso di un chatbot alimentato da AI, vediamo bene cosa si intende con "chatbot".

Un chatbot è un software progettato per simulare conversazioni umane attraverso l'uso di intelligenza artificiale. Questi programmi sono in grado di comprendere il linguaggio naturale e rispondere a domande, eseguire compiti specifici e fornire informazioni in modo automatico. I chatbot possono essere integrati in diverse piattaforme di comunicazione, come siti web, applicazioni di messaggistica, social media e persino assistenti vocali.

Ci sono due principali tipi di chatbot:

 
  • i chatbot basati su regole e
  • quelli alimentati da intelligenza artificiale.


I primi seguono percorsi di conversazione predefiniti e rispondono a input specifici con risposte programmate. Questi sono utili per compiti semplici e ripetitivi.

I chatbot basati su intelligenza artificiale, invece, utilizzano tecniche avanzate di elaborazione del linguaggio naturale e machine learning per comprendere e rispondere a una vasta gamma di domande e situazioni, adattandosi e migliorando con l'esperienza.

L'uso dei chatbot offre numerosi vantaggi, come la disponibilità 24/7, la capacità di gestire un alto volume di richieste contemporaneamente e la possibilità di offrire esperienze personalizzate agli utenti. Tuttavia, è fondamentale che il loro utilizzo sia conforme alle normative vigenti, come l'AI ACT, per garantire che siano sicuri, trasparenti e rispettosi della privacy degli utenti.

Vediamo adesso alcune considerazioni legali.

 

La protezione legale del materiale caricato per addestrare il chatbot



Una delle prime e più importanti accortezze legali nell'uso dei chatbot alimentati da intelligenza artificiale consiste nello scegliere con attenzione l'ecosistema in cui caricare il materiale necessario al loro funzionamento. Questa decisione ha implicazioni significative per la privacy, la sicurezza dei dati e la proprietà intellettuale.

Quando si utilizzano tool come ChatGPT di OpenAI, è fondamentale essere consapevoli che il materiale caricato potrebbe essere utilizzato dalla stessa OpenAI per addestrare ulteriormente il proprio modello. Ciò significa che i dati forniti possono contribuire a migliorare le risposte del chatbot, ma al contempo potrebbero essere incorporati nel sistema, rendendo le informazioni potenzialmente accessibili e utilizzabili da altri utenti che interagiscono con il medesimo chatbot.

Al contrario, optare per tool proprietari offre un livello di controllo e riservatezza molto maggiore. In questo scenario, il materiale caricato per l'addestramento del chatbot non viene condiviso con altre società, rimanendo confinato all'interno dell'organizzazione. Questo approccio garantisce che le informazioni sensibili e proprietarie siano protette da utilizzi non autorizzati e che la proprietà intellettuale sia preservata.

Utilizzare strumenti proprietari è quindi spesso la soluzione preferibile, specialmente per le aziende che trattano dati sensibili o che desiderano mantenere un alto livello di controllo sulla propria tecnologia. Questo non solo assicura una maggiore sicurezza dei dati, ma permette anche di conformarsi più facilmente alle normative vigenti, come l'AI ACT, che pone una forte enfasi sulla trasparenza e la responsabilità nell'uso dell'intelligenza artificiale.

 
chatbot accortezze legali intelligenza artificiale

Dove risiede il rischio legale nell'uso di chatbot alimentati da Intelligenza Artificiale



I chatbot alimentati da intelligenza artificiale operano principalmente a livello statistico, il che significa che le loro risposte si basano sulle risposte che appaiono statisticamente più probabili e corrette. Questo approccio, sebbene potente, comporta un rischio intrinseco di errore. Tali errori sono comunemente noti come "allucinazioni".

Le allucinazioni nei chatbot AI si verificano quando il sistema genera risposte che, pur sembrando plausibili, sono in realtà inesatte o completamente false. Questo fenomeno può essere particolarmente problematico, poiché gli utenti potrebbero non rendersi conto che le informazioni ricevute sono errate, portando a malintesi o decisioni sbagliate.

Ecco alcuni esempi di allucinazioni che un chatbot potrebbe generare:
 
  • Descrizioni di Prodotti Errate: Un chatbot potrebbe fornire informazioni sbagliate su un prodotto. Ad esempio, potrebbe dire che un laptop ha 16 GB di RAM quando in realtà ne ha solo 8 GB, causando disguidi e possibili reclami da parte dei clienti.

  • Prezzi Inesatti: Potrebbe indicare prezzi errati per gli articoli. Ad esempio, affermare che un paio di scarpe costa 50 euro quando in realtà il prezzo è 80 euro, portando a frustrazione e perdita di fiducia da parte dei clienti.

  • Disponibilità del Prodotto: Un chatbot potrebbe dire che un prodotto è disponibile in magazzino quando è esaurito, portando a ordini che non possono essere evasi e a clienti insoddisfatti.

  • Dettagli di Spedizione Errati: Potrebbe fornire informazioni inesatte sui tempi di consegna, ad esempio affermando che un prodotto verrà consegnato entro due giorni quando in realtà ne richiede cinque, creando aspettative irrealistiche e delusione nei clienti.

  • Promozioni e Sconti: Un chatbot potrebbe erroneamente affermare che un cliente è idoneo per uno sconto che non esiste, generando confusione e possibili conflitti con il servizio clienti.


Per mitigare questi rischi, è essenziale implementare misure di controllo rigorose e sistemi di verifica delle informazioni. Gli sviluppatori devono continuamente monitorare e aggiornare i chatbot, correggendo le allucinazioni e migliorando la precisione delle risposte. Inoltre, è fondamentale che gli utenti siano consapevoli di questi potenziali errori e verifichino le informazioni ricevute, specialmente quando si tratta di decisioni critiche.

 

Chatbot e gestione della privacy



La gestione della privacy è un aspetto cruciale quando si utilizza un chatbot AI, specialmente in conformità con normative come il GDPR e l'AI ACT. Ecco alcuni punti fondamentali da considerare per garantire che il tuo chatbot operi in modo conforme e rispettoso della privacy degli utenti.

Aggiornamento della Privacy Policy: dati trattati e finalità

Il primo passo è aggiornare la privacy policy per riflettere chiaramente quali dati vengono trattati e per quali finalità. È fondamentale specificare quali informazioni vengono raccolte dal chatbot, come vengono utilizzate, e a chi potrebbero essere divulgate. Questa trasparenza non solo è un requisito legale, ma aumenta anche la fiducia degli utenti.

Possibilità di interagire con un utente umano 

È importante fornire agli utenti la possibilità di interagire con un operatore umano, specialmente in situazioni complesse o delicate. Questo non solo migliora l'esperienza dell'utente, ma è anche una misura di sicurezza che può prevenire errori o malintesi causati dal chatbot.

Raccolta dei dati: assicurarsi che il chatbot raccoglia solo i dati necessari

Il principio della minimizzazione dei dati è fondamentale. Assicurati che il chatbot raccolga solo i dati strettamente necessari per fornire il servizio richiesto. Evitare la raccolta eccessiva di informazioni riduce il rischio di violazioni della privacy e rende più facile la gestione dei dati.

Diritto all'oblio: consentire agli utenti di richiedere la cancellazione dei propri dati

Infine, è essenziale rispettare il diritto all'oblio degli utenti. Questo significa fornire un meccanismo semplice e chiaro attraverso il quale gli utenti possono richiedere la cancellazione dei propri dati personali. Una volta ricevuta una richiesta, i dati devono essere eliminati prontamente e in modo sicuro.

Implementare queste misure aiuterà a garantire che il tuo chatbot operi in conformità con le normative sulla privacy, proteggendo i dati degli utenti e costruendo un rapporto di fiducia con loro.


 
chatbot intelligenza artificiale

Il rapporto con la software-house che crea il chatbot


Quando si stipula un contratto con una software house incaricata di sviluppare e implementare un chatbot AI, è fondamentale considerare una serie di accortezze per garantire che il progetto rispetti tutte le normative e protegga gli interessi dell'azienda.

Ecco alcuni punti chiave da includere nel contratto:

Definire la proprietà del materiale generato dal Chatbot

È essenziale stabilire chiaramente chi possiede i diritti sul materiale generato dal chatbot. Questo include non solo i dati raccolti durante le interazioni, ma anche eventuali contenuti creati dall'AI. Assicurarsi che l'azienda mantenga la proprietà di questi dati è cruciale per proteggere la proprietà intellettuale e la privacy degli utenti.

Manleve di responsabilità

Includere clausole di manleva che proteggano l'azienda da eventuali responsabilità derivanti da errori o allucinazioni del chatbot. Queste clausole devono specificare che la software house è responsabile per qualsiasi danno causato da malfunzionamenti del chatbot o da informazioni errate fornite dall'AI.

Dichiarazioni di conformità all’AI Act

Assicurarsi che il contratto includa dichiarazioni esplicite di conformità all’AI Act e ad altre normative rilevanti. La software house deve garantire che il chatbot sia sviluppato e operi in conformità con tutte le leggi e regolamenti applicabili, proteggendo così l'azienda da eventuali violazioni legali.

SLA (Service Level Agreement)

Prevedere delle SLA (Service Level Agreement) che definiscano chiaramente i parametri di funzionamento del chatbot. Questi accordi devono stabilire standard di prestazione, tempi di risposta, disponibilità del servizio e procedure per la gestione degli incidenti. È importante che le SLA siano aggiornate regolarmente per riflettere i cambiamenti tecnologici e le esigenze aziendali.

Includere questi punti nel contratto con la software house contribuirà a garantire che il chatbot sia sviluppato e gestito in modo conforme alle normative, proteggendo al contempo gli interessi e la reputazione dell'azienda. Una chiara definizione delle responsabilità e delle aspettative contribuirà a minimizzare i rischi e a garantire un'implementazione di successo del chatbot AI.


Come contenere i rischi legali nell'uso di un chatbot alimentato da Intelligenza Artificiale



Quando un chatbot alimentato da intelligenza artificiale commette un errore, è ragionevole ritenere che la responsabilità ricada sull'azienda che ha implementato il chatbot. Per mitigare i rischi associati a questi errori, è essenziale adottare una serie di accorgimenti che garantiscano la qualità e l'affidabilità delle risposte del chatbot.

Monitoraggio e controllo delle risposte

È fondamentale implementare un sistema di monitoraggio costante delle risposte generate dal chatbot. Questo include la revisione regolare delle interazioni per identificare e correggere eventuali errori o allucinazioni. L'uso di strumenti di analisi può aiutare a individuare pattern problematici e intervenire tempestivamente.

Aggiornamento continuo del chatbot

L'aggiornamento continuo del chatbot è cruciale per migliorare la sua precisione e adattabilità. Questo processo implica non solo l'aggiornamento del database di conoscenze, ma anche l'implementazione di nuove funzionalità e miglioramenti basati sui feedback degli utenti e sulle evoluzioni tecnologiche.

Feedback continuo degli utenti 

Incoraggiare e facilitare il feedback continuo degli utenti è un modo efficace per migliorare il chatbot. Le segnalazioni di errori o insoddisfazioni devono essere analizzate e utilizzate per apportare correzioni e miglioramenti al sistema, aumentando così la soddisfazione degli utenti.

Aggiornamento dei termini di vendita 

Per garantire trasparenza e conformità, è essenziale aggiornare i termini di vendita includendo informazioni specifiche sull'uso del chatbot. Ecco alcuni punti chiave da considerare:

1. Scopi del Chatbot: Spiegare chiaramente per quali scopi viene utilizzato il chatbot, in modo che gli utenti sappiano cosa aspettarsi dalle sue interazioni.

2. Assistenza umana disponibile: Informare gli utenti che hanno sempre la possibilità di coinvolgere l'assistenza umana in caso di dubbio sulle risposte fornite dal chatbot, garantendo un supporto aggiuntivo quando necessario.

3. Informazioni sul tool utilizzato: Trasparenza riguardo al tool di intelligenza artificiale utilizzato per il chatbot, incluso il nome del fornitore e le caratteristiche principali del sistema.

4. Comunicazione dei nuovi termini d'uso: Inviare i nuovi Termini di Vendita a tutti gli utenti, assicurandosi che siano consapevoli delle modifiche e delle nuove policy relative all'uso del chatbot.

Implementando questi accorgimenti, le aziende possono non solo migliorare la qualità e l'affidabilità dei propri chatbot, ma anche costruire un rapporto di fiducia con gli utenti, garantendo trasparenza e responsabilità in ogni interazione.

 
conclusioni su chatbot e intelligenza artificiale

Chatbot e Intelligenza Artificiale: conclusioni sulle implicazioni legali



L'uso di chatbot alimentati da intelligenza artificiale rappresenta una straordinaria opportunità per le aziende di migliorare l'efficienza operativa e l'esperienza dei clienti. Tuttavia, questa innovazione comporta anche precisi obblighi legali che l'azienda deve rispettare per garantire la conformità alle normative e la protezione dei dati degli utenti.

È essenziale che le aziende adottino tutte le misure necessarie per gestire i rischi legati all'uso dei chatbot AI. Ciò include la scelta dell'ecosistema adeguato per il caricamento dei dati, la gestione accurata della privacy degli utenti, la mitigazione degli errori tramite monitoraggio e aggiornamenti continui, e la definizione chiara delle responsabilità contrattuali con la software house.

Per navigare con successo questo complesso panorama legale, è consigliabile avvalersi di una consulenza dedicata. I legali di LegalBlink sono a disposizione per fornire supporto specializzato, aiutandovi a implementare soluzioni conformi e a proteggere al meglio i vostri interessi e quelli dei vostri clienti. 


Team LegalBlink